CON LA NUOVA UN LIBRO STORICO SULLA SALUTE

Una pubblicazione che rievoca una delle ricorrenze più sentite e amate dai veneziani. Un volume a cura di Paolo Mameli

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da “la Nuova Venezia” del 16/11/2011

 

VENEZIA. "La Madonna della Salute - Un voto, un rito, una festa”. Nell’avvicinarsi della festa veneziana, sarà in edicola da giovedì 17 novembre, assieme alla Nuova Venezia il libro di Paolo Mameli (1,80 euro oltre il costo del giornale) per conoscere meglio una delle feste più sentite e amate della città, che porta appunto questo titolo.

Come il Redentore, anche la Madonna della Salute è una festa che deriva da una peste, o meglio da un voto espresso dal Senato della Repubblica di Venezia che invocava la Madonna affinché intercedesse per far cessare il terribile morbo. Sì, perché la peste del 1630 fu veramente qualcosa di spaventoso: i morti in città crescevano esponenzialmente, passando dai poco più di duemila di ottobre agli oltre quattordicimila di novembre, un’epidemia che mise letteralmente in ginocchio la città. La medicina non sapeva più come operare e l’unica cosa che rimaneva era l’affidarsi al Cielo, in questo caso alla Madonna, promettendole la costruzione di un tempio magnifico, ricco e imponente come si usava a quei tempi; ed ecco comparire un geniale architetto di soli trentaquattro anni con un progetto straordinario per una chiesa rotonda, mai vista prima.

Una chiesa enorme ma tutt’altro che massiccia, ricchissima di decorazioni e di simbologia: la chiesa della Madonna della Salute, Poi, dopo l’invocazione solenne del Doge in Basilica di San Marco, la posa della prima pietra e un altro anno di vicissitudini, la peste finalmente ebbe termine e, nonostante le decine di migliaia di morti, la Repubblica mostrò tutta la sua efficienza, organizzando nel giro di soli quattro giorni una festa memorabile, con un lungo pomte di barche che collegava Piazza San Marco con la Punta della Dogana: era la prima “Festa della Salute”. Di tutto questo ci parla il libro di PaoloMameli, scandito, come per le precedenti pubblicazioni dedicate alle feste veneziane, anche da molte curiosità: il testo originale dell’invocazione che tenne il vecchio doge Nicolò Contarini per appellarsi alla Madonna e la cronaca di un contemporanea che assistette alla prima “festa della Salute” descrivendola in tutto il suo splendore.

Poi c’è la descrizione della Basilica, un concentrato di bellezza e simbologia, posta come uno splendido guardiano all’ingresso della città: dal tribolato concorso il progetto, alla complessa costruzione con l’incredibile numero di pali - alcuni sostengono fossero oltre il milione - utilizzati per consolidare il terreno. Ma nel testo sono riportate anche tradizioni e ricette, come quella della “castradina”, l’antico piatto veneziano tipico di questa giornata.



 
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